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domenica 13 maggio 2012

Satirik #9

Ciao a tutti,
il nono appuntamento di Satirik vuole unire l'attualità politica e quella fumettistica.
Quante volte le cover, le pagine, la stampa e tanti altri particolari risultano già all'inizio danneggiati o inadatti?
La soluzioni sarebbero moltissime e tutti noi conosciamo i motivi che stanno dietro a questa triste situazione. Tutti tranne lo staff, che fa volontariamente finta di non capire o non ammettere certi problemi, minimizzandoli.
Un fumetto è un'opera d'arte e come tale merita un certo tipo di lavoro e di impegno.
Condividete la satira.


mercoledì 18 aprile 2012

Satirik #8

Ciao a tutti,
questo nuovo episodio di Satirik è ovviamente dedicato all'ultima gaffe di casa Panini, di cui tutti hanno parlato e per cui molti hanno "pagato" le conseguenze, vedendosi bannati dalla fan page di Facebook.
E' parso che solo e soltanto per aver risposto di seguito a una certa discussione sia stato attivato il ban.
Detto questo, non mi pare che l'atteggiamento di Panini sia stato molto corretto, a prescindere che l'errore fosse stata una vera gaffe o una trovata pubblicitaria, perchè con la valanga di soldi e pazienza che i lettori hanno speso negli anni (accettando aumenti, volumi indegni, ritardi etc), mi pare poco grato nei nostri confronti, non tanto bannare per dell'ironia, continuare a non dare spiegazioni di alcun genere, ed in qualunque frangente, ai lettori.
Ovviamente "nessuno è obbligato a comprare" ma con questo ragionamento non si va da nessuna parte, perchè in ultima analisi i manga (e dunque i soldi e i posti di lavoro) ci sono perchè i lettori li comprano, quindi vicendevolmente ci si dovrebbe venire in contro.
E' normale, oltre che umano, incappare in alcuni errori, ma purtroppo invece di renderli degli eventi isolati, come capita in tutte le case editrici, i loro si continuano a sommare e ripetere, tanto da far pensare anche ai lettori più ingenui "Ma ci fanno o ci sono?".



a presto

lunedì 9 aprile 2012

Intervistiamo...Simona Stanzani


Ciao a tutti,
oggi andiamo ad inaugurare una nuova rubrica, dedicata alle interviste, che spero possa piacervi e darvi l'opportunità di conoscere e approfondire tanti aspetti del mondo dei manga.
Non voglio occupare troppo spazio in questo post, quindi andiamo subito al sodo.
Come da titolo abbiamo intervistato per voi Simona Stanzani, una delle più famose traduttrici di manga e anime, il cui nome comparirà nei credits di molti dei vostri albi.
Infine ringrazio davvero Simona per la sua simpatia e disponibilità nel concenderci quest'intervista. 

Per tanti approfondimenti su Simona Stanzani...

Pagina Facebook
https://www.facebook.com/simona.stanzani.official/info

Blog
http://ameblo.jp/simona-com/


1) Ciao Simona, prima di tutto ti chiediamo di presentarti e di raccontarci brevemente come sei diventata una traduttrice di manga.

Simona Stanzani, bolognese, appassionata di fumetti dalla nascita; a 14 anni sognavo di diventare fumettista e lavorare in Giappone [ma anche di leggere i manga che non erano ancora stati pubblicati in Italia] quindi ho iniziato a studiare giapponese all'Università di Bologna, poi per motivi indipendenti dalla mia volontà non sono riuscita ad andare a Tokyo quando volevo e ho iniziato invece a tradurre i manga degli altri, insieme ai Kappa Boys, ai tempi della nascita di Kappa Magazine. Ogni tanto disegno ancora, e diciamo che ho messo il sogno nel cassetto, non nel cestino XD Ho lavorato anche per Dynit come Product Manager [una specie di mix tra direttore di produzione e project manager] del settore video mentre abitavo a Bologna, ma adesso risiedo a Tokyo e lavoro come traduttrice, scrivo articoli, insegno traduzione manga [in inglese], ecc. da libera professionista.

2) Quanto tempo occorre, mediamente, a tradurre un albo?

Dai tre ai sei giorni a seconda della complessità; a volte, se scorre, possono anche diventare due. Mi ricorderò in eterno quel giorno memorabile in cui finii un volume intero di Air Gear in un colpo solo [non so quante ore di fila ho lavorato, probabilmente tante], ma è stata la classica eccezione che conferma la regola.

3) Con quale metodologia di lavoro affronti la traduzione?

Innanzitutto mi procuro due copie del volumetto [in Italia lo fornisce la casa editrice, qui faccio prima a prenderli io e farmi rimborsare] poi con un pennarello rosso numero tutte le scritte del manga in ordine, sia i dialoghi che le onomatopee, i cartelli, ecc. e infine scandisco il volume che poi invio in redazione, perché serve ai grafici e ai letteristi come riferimento. Ne tengo una copia per sicurezza, ma generalmente bastano le scansioni. Poi procedo con la traduzione creando un file di testo. Di solito come programma si usa Word. Uso dei file con i numeri delle pagine ecc. già numerati che ho preparato io. Come dizionario uso il Shogakkan elettronico con l'iFonz [cioè l'iPhone] e vari dizionari online, sia giapponesi, inglesi che italiani [wwwjdic, alc, weblio, garzanti, oxford, ecc].

4) Quali sono le principali difficoltà del tuo mestiere?

Spesso è difficile trovare un termine italiano che calzi a pennello [tradurre dal giapponese all'inglese è molto più semplice, qui a Tokyo mi capitano spesso lavori in inglese] e soprattutto è necessario ribaltare paragrafi interi dentro la testa perché la struttura sintattica è praticamente a rovescio, quindi se ci sono discorsi complessi è abbastanza impegnativo. Uno dei problemi maggiori del tradurre dal giapponese è che è una lingua talmente vaga che, pur traducendo correttamente una frase, si rischia di commettere errori di contesto; per esempio una frase detta soltanto in parte nel vol 3 viene completata nel vol 6 e salta fuori che il soggetto in realtà era plurale, il verbo al futuro invece che al presente, l'oggetto femminile, ecc. Praticamente in giapponese può essere tutto sottinteso, non c'è maschile e femminile e spesso nemmeno il plurale, e i verbi non hanno le persone, quindi si naviga in una specie di limbo. È un problema ricorrente per le serie in corso, perché non sai effettivamente cosa salterà fuori dalla penna dell'autore. Però, se si è parecchio in sintonia viene più facile intuire le sue intenzioni.

5) Quanto ritieni importante il lavoro della traduzione? Spesso è visto come un qualcosa di scontato, invece credo sia molto importante riuscire a capire profondamente il pensiero dell'autore, per poi riportarlo in un'altra lingua.

Essendo traduttore per me è questione di vita o di morte, quindi ovviamente ha la massima importanza XD A parte gli scherzi, il traduttore è il mezzo di comunicazione tra l'autore e il pubblico, quindi è naturalmente un fattore di cruciale importanza per la riuscita di un'opera [cioè della sua localizzazione]. Io sono un'otaku professionista, purista fino all'osso e amante sia della lingua giapponese che di quella italiana, quindi la mia priorità numero uno è mantenere fedeltà all'originale. Poi ovviamente ci sono situazioni in cui è necessario adattare certe espressioni per rendere il più possibile un effetto analogo a quello inteso dall'autore, ma nei confronti di un pubblico e una cultura diversi dalla lingua di origine. Può essere un lavoro molto creativo e stimolante, nonostante la missione sia riprodurre fedelmente le intenzioni di qualcun altro.

6) Quali sono, se esistono, le differenze nel tradurre un manga o un anime?

Negli anime è necessario adattare i dialoghi secondo il labiale [movimento delle labbra dei personaggi] quindi ci sono limitazioni espressive, e non c'è lo spazio per le note del traduttore o approfondimenti culturali, ecc. Dato che il dialoghista può sempre tagliare ma non può [e soprattutto non deve] inventarsi le cose, è anche bene cercare di assicurarsi che le frasi tradotte siano abbastanza lunghe, ma non troppo, per le scene. Quando ho tradotto la prima metà di Nana ho passato parecchio tempo a balbettare di fronte al monitor con le cuffie in testa XD

7) Anche in Giappone le case editrici sono vittime di critiche per le edizioni o i prezzi, così come avviene in Italia?

Direi di no, qui è tutto parecchio ottimizzato; l'industria è in piedi da parecchi decenni e gli standard sono quelli, poi c'è da dire che con i numeri che hanno qui in Giappone le spese di stampa sono molto più basse perché hanno delle tirature spaventose, quindi possono permettersi materiali di alta qualità a basso costo.

8) Dato l'avvento dei tablet ne mondo dell'editoria, cosa pensi dei manga digitali? Favorevole o contraria?

Come ho scritto in un articolo sugli e-book pubblicato su Magazine-ko (un web media giapponese che tratta appunto il futuro dell'e-book) il problema non è se si è favorevoli o contrari, è solo questione di tempo; prima o poi TUTTO sarà digitale. Tanto vale iniziare a prepararsi, anche solo psicologicamente. Per quanto riguarda me, non vedo l'ora di infilare quegli oltre 2600 volumi che ho in casa dentro un iPad così faccio un po' di spazio XDDDD anche se, ovviamente, se si tiene a un titolo è sempre un piacere avere la copia analogica; in fondo siamo collezionisti. Insomma, non vedo una prematura morte del manga analogico all'orizzonte, ma una bella convivenza tra il digitale e la carta sarebbe l'ideale.

9) Qual è la tua opinione sui lavori dilettantistici effettuati nelle scan?

Essendo un'attività illegale non mi sono mai posta il problema di valutarne la qualità.

10) Sempre a proposito di scan, qual è la tua opinione su di esse, sono una piaga da combattere o non sono un fenomeno preoccupante?

Come ho già scritto nell'intervista per OPgeneration, realizzare fansub e scanlation, nonché usufruirne, sono e rimangono ATTIVITA' ILLEGALI ed erodono i diritti degli stessi autori che amate, quindi - se volete farne uso comunque - non dimenticate che acquistare le edizioni ufficiali [manga, dvd, videogiochi, ecc.] delle opere è e rimane L'UNICO MODO per dimostrare il vostro apprezzamento all'autore. Se i fan smettono di acquistare, gli autori non possono continuare la loro attività professionale. E ovviamente anche tutti gli addetti ai lavori, traduttori, editor, stampatori, distributori fino all'ultimo anello della catena, il vostro giornalaio. Scusate il copincolla ma la risposta è sempre quella XD

11) Qual è stato il manga a cui sei rimasta più affezionata?

Direi Video Girl Ai. Ho pianto tanto a tradurlo che ci ho messo più tempo del necessario perché non riuscivo più a vedere gli ideogrammi (^^)``

12) Qual è il manga che ti sarebbe piaciuto tradurre?

Probabilmente Nabari, poi Hellsing. Anche Trigun Maximum, a cui sono parecchio affezionata perché, a parte aver tradotto la prima serie per Panini, ai tempi di Dynit ho anche curato l'edizione DVD e sono pure diventata amica dell'autore dopo averlo conosciuto a Lucca Comics & Games.

13) Quali autori ti piacerebbe tradurre in futuro?

Masasumi Kakizaki! Lo adoro. Poi vorrei ardentemente tradurre Mitsuru Adachi, di lui purtroppo feci soltanto Rough ai tempi che furono. Mi è anche dispiaciuto parecchio smettere di fare JoJo (per problemi burocratici indipendenti dalla mia volontà) perché mi trovo parecchio in sintonia con Araki-sensei. Pure con Tite Kubo; quando finirà Bleach spero di continuare a tradurre le sue opere seguenti. Tradurre Aizen è stata una delle esperienze più esaltanti della mia carriera.
«L'ammirazione è il sentimento più lontano dalla comprensione.» Ho ancora i brividi XD

14) Che rapporti hai con gli autori che traduci?

Generalmente li incontro alle feste di fine anno delle case editrici ma dato che soprattutto i grossi editori hanno un rigido iter burocratico da seguire per chiedere informazioni su come scrivere questo o quello, ecc. non è possibile avere un contatto diretto per quanto riguarda la traduzione, a meno che non si sia proprio in confidenza, ma sono tutti così impegnati che è difficile frequentare assiduamente persino i mangaka con cui si è in amicizia (^^)``

15) Puoi mandare un saluto alla community di filManga Blog?

Grazie per l'intervista e soprattutto per aver aspettato pazientemente per mesi! \(^o^)/ Otaku shall rule the world! 



a presto

sabato 31 marzo 2012

Persi nel Tubo Catodico #1



a cura di Alessandro Mazza



Benvenuti a tutti,
parte oggi un appuntamento che spero vi possa piacere e che possa accompagnarvi con regolarità prossimamente.
Si parlerà (con cadenza più o meno mensile) di quello che ho visto, film o serie tv.
Non sempre sarò sul pezzo, a volte parlerò di cose vecchie, ma viste da me solo in questo momento.
Tutto questo è fatto da un punto di vista da appassionato, senza nessuna velleità critica (anche i voti prendeteli contestualizzati a quello di cui si parla e delle attese che suscita, senza voler creare una classifica globale) ma con la speranza magari di intavolare una discussione con voi lettori dei temi trattati.
Per comodità dividerò in 2 categorie, film e serie tv, in modo che chi è interessato a solo un tipo di “prodotto” non trovi il mio intervento dispersivo.


FILM

 L'arte di vincere

(Moneyball )
Drammatico, durata 126 minuti
Regia Bennet Miller
Cast: Brad Pitt, Jonah Hill, Robin Wright, Philip Seymour, Chris Pratt

TRAMA: Billy Beane è il general manager della squadra di baseball degli  Oakland Athletics, buona squadra, ma che a causa del limitato budget non può competere con i team più blasonati.
L'incontro con Peter Brand porterà Beane a un nuova concezione di come formare una squadra, non basandosi più sui nomi, ma su alcune statistiche che mai prima di quel momento erano state prese in considerazione, iniziando così una vera e propria rivoluzione sportiva.

GIUDIZIO: Ero molto curioso di vedere questo film viste le sue 6 candidature agli Oscar, tra cui miglior film e miglior attore.
La visione si è rilevata interessante anche grazie ai continui flashback sul passato del protagonista, anche se devo dire che mi aspettavo di più.
Mi viene in mente The Fighter, dove la vita sportiva e quella personale erano mescolate benissimo e i personaggi erano davvero tridimensionali.
Qui invece, vuoi anche a causa dello sport trattato (il baseball), che trovo molto meno coinvolgente, il tutto mi è risultato piatto.
In definitiva un buon film (il migliore visto in questo periodo) da vedere e recitato bene (bravissimo Pitt) ma non sicuramente il film che ti rimane impresso in modo indelebile.

VOTO: 7,5



J. Edgar

( J. Edgar )
Biografico, durata 137
Regia: Clint Eastwood
Cast: Leonardo di Caprio, Naomi Watts, Armie Hammer, Josh Lucas, Judi Dench

TRAMA: Biografia di J. Edgar Hoover, capo del FBI dal 1924 al 1972, attraversando la storia americana e servendo ben 8 presidenti americani.
Letteralmente ossesionato dalla sicurezza nazionale, riviviamo romanzati i momenti più importanti della vita di un personaggio che non si faceva scrupoli ad utilizzare qualsiasi mezzo pur di raggiungere il proprio scopo.

GIUDIZIO: Pellicola se vogliamo similare alla precedente, di cui abbiamo parlato poco sopra, anche se in J. Edgar, naturalmente, le tematiche tratte sono molto più “serie e importanti”.
Assitiamo alle scelte attuate per garantire la sicurezza a un paese come gli Stai Uniti e le varie controversie nate, senza farci mancare uno sguardo alla sua vita privata e presunta omosessualità.
Stilisticamente si nota l'impronta di Eastwood e la sua visione “del mondo imperfetto”.
Il film è indubbiamente molto interessante, ma a mio giudizio manca di ritmo rendendo il tutto molto documentaristico. Il film può essere visto anche da coloro che non conoscono il personaggio o il periodo storico, anzi, in questo senso lo promuovo appieno come ricostruzione, interpretazione e regia, anche se è risultato nel complesso abbastanza pesante.

VOTO: 6,5




Non avere paura del buio

(Don't Be Afraid of the Dark )
Thriller, durata 99 minuti
Regia:Troy Nixey
Cast: Katie Holmes, Guy Pearce, Bailee Madison, Alan Dale

TRAMA:
Sally, bambina problematica e con difficoltà familiari, si trasferisce dal padre e dalla sua attuale compagna in una villa fatiscente da ristrutturare.
La piccola protagonista risveglia delle forze malvagie che risiedono nella dimora da moltissimo tempo e che come ogni classico film di questo genere iniziano a giocare come "il gatto con il topo" con i nuovi avventori.

GIUDIZIO: Mi sono avvicinato a Non avere paura del buio solamente grazie alla presenza tra gli sceneggiatori di Guillermo Del Toro che  riesce sempre a presentare qualcosa di originale.
Remake di un film tv del 1973, la pellicola presenta qualche buona idea e soprattutto visivamente offre dei momenti molto validi.
Purtroppo però ricade nei difetti endemici delle produzioni recenti di questo genere prodotte in America, cioè un susseguirsi di scene banali e inverosimili, con i titoli di coda che giungono quasi come una liberazione.
A essere sinceri verso la fine si apre qualche spiraglio a quel qualcosa in più che potrebbe fare lievitare il giudizio dello spettatore, ma si è preferito ricadere sul solito finale di genere.

VOTO: 5,5




Underworld - Il risveglio 

(Underworld: Awakening )
Azione durata 88 minuti
Regia: Mans Marlind, Bjorn Stein
Cast: Kate Beckinsale, stephen Rea, Michael Ealy, Theo James, India Eisley

TRAMA: Ambientato 12 anni dopo il secondo capitolo (ricordo che il terzo era un prequel), assistiamo al risveglio della bella vampira Selene da uno stato di ibernazione e la seguente ricerca del suo amatissimo Michael.

GIUDIZIO: Il film non si differenzia troppo dai precedenti capitoli, visto che propone più o meno gli stessi temi trattati in precedenza.
Pellicola che secondo me non aggiunge nulla alla saga, che personalmente non avrei rispolverato, ma che per gli amanti di questo genere di film non lesina combattimenti mozzafiato e scene impressionanti, facendo del ritmo, quasi da videogame, il suo punto di forza,
Gli anni passano, ma la Beckinsale è sempre in gran forma.
Consigliato a tutti gli amanti della serie e degli action movie, da evitare per tutti gli altri.

VOTO: 6,5






Immortals

(
Immortals )
Azione durata  110 minuti
Regia: Tarsem Singh
Cast: Henry Cavill, Stephen Dorff, Luke Evans, Mickey Rourke, Freida Pinto



TRAMA: Re Iperione è alla ricerca di un leggendario arco forgiato da Marte che gli permetta di liberare i Titani sconfitti anni prima dagli dei dell'Olimpo.
Solo il prode Teseo, scelto da Zeus, si potrà opporre a questo folle piano guidando l'umanità contro Iperione.

GIUDIZIO: E' molto difficile espriemere un giudizio su Immortals.
La pellicola è una tamarrata incredibile, con una storia di fondo debolissima, che mescola combattimenti ed effetti speciali.
Non c'è molto da dire, a mio giudizio: film d'intrattenimento tendente al giocattolo costoso (paragonabile a uno spot ben realizzato ma con contenuti nulli) che tra uno sbudellamento e l'altro ci porta ai titoli di coda.
C'è chi potrebbe amarlo per questo e chi (mi auguro la maggioranza) si domandi dall'effettiva utilità di produrre un titolo del genere.

VOTO: 5


SERIE TV



GAMES OF THRONE

Stagione 1
Episodi 10
Prodotta: HBO
Cast: Sean Bean, Peter Dinklage, Emilia Clarke, Kit Harington, Michelle Fairley, Markn Addy

TRAMA: I sette regni sono scossi dalla morte del primo cavaliere.
Il re Robert Baratheon, dunque, decide di affidare questa carica al suo caro amico Eddard Stark lord di Grande Inverno, ma questo funesto accadimento non è che solo il primo segnale di un imminente guerra, condita da  intrighi di potere e minacce esterne che sembrano provenire da antiche leggende, oramai relegate a favole per bambini.

GIUDIZIO: La serie TV è la trasposizione della saga fantasy de Le Cronache del ghiaccio e del fuoco scritte da George R.R. Martin.
Si può considerare una rivelazione che è riuscita ad accontentare sia i neofiti che i fan del libro.
L'idea di proporre gli avvenimenti del primo libro della saga in soli 10 episodi da un'ora, ha forse penalizzato l'approfondimento di alcuni personaggi, ma comunque la visione è molto appassionante, con degli scenari ben realizzati e una trama molto intrigante.
Unica avvertenza, per chi si aspettasse un fantasy alla "Signore degli Anelli": Games of Trhone è qualcosa di completamente diverso e soprattutto, in questa prima serie, a farla da padrone saranno gli intrighi di corte e l'aria “medievaleggiante”.
In America sta per partire la seconda stagione.

VOTO: 8,5


AMERICAN HORROR STORY






Stagione 1
Episodi 12
Prodotta: FX
Cast: Dylan McDermott, Connie Britton, Taissa Farmiga, Evan Peters, Jessica Lange, Kate Mara

TRAMA: La famiglia Harmon (padre, madre e figlia adolescente) si trasferisce da Boston a Los Angeles; la loro nuova abitazione è stata vittima in passato di omicidi e suicidi, ed è tuttora avvolta in un alone di mistero.
Qui i protagonisti cercheranno di ripartire da una situazione che ha rischiato di dividere i due coniugi, ma tra personaggi molto particolari (tra cui la vicina Costance) e fatti inspiegabili, si ritrovano in un incubo ad occhi aperti.

GIUDIZIO: Altra ottima serie TV che ha il pregio di concludere l'arco narrativo nei 12 episodi da 45 minuti della prima stagione.
E' prevista una seconda stagione, ma con personaggi e temi totalmente diversi e con il solo denominatore comune del genere horror.
Nonostante il tema della "casa indemoniata” non sia propriamente originale, bisogna dire invece che i temi trattati e l'alta tensione generata dalla visione, non sono comuni in molti altri prodotti per il piccolo schermo.
L'atmosfera e la recitazione sono di ottimo livello.
Pecche possono essere considerate l'utilizzo di classici clichè del genere horror e una storia forse un po' diluita in alcuni momenti, ma mi sento di consigliarvi American Horror Story senza troppe remore.

VOTO: 8

venerdì 30 marzo 2012

Un anno tira l'altro

Ciao a tutti,
oggi mi concedo un piccolo spazio personale nel blog, siccome il 28/3/2011 nasceva filManga Blog e dunque è ormai passato un anno da quando mi sono voluto buttare in questa esperienza.
Sono partito da zero, consapevole di dare e fare il massimo, anche spinto dalla mia grande passione.
Un doveroso ringraziamento va a tutti coloro che collaborano direttamente o indirettamente a questo blog, ed in particolar modo a Kyoko ad Alessandro Mazza e a Machi, che più di tutti mi hanno aiutato a portare avanti un progetto così impegnativo, visti gli obbiettivi che col passare del tempo ho deciso di pormi.
In quest'anno siamo riusciti a darvi ogni giorno news in assoluta anteprima dal Giappone, oltre a tantissime curiosità, abbiamo cercato di avvicinare il mondo dei mangaka ai nostri lettori, abbiamo fatto concorsi con premi che nessuno si sognerebbe di mettere in palio, abbiamo creato nuove rubriche (ed in questo devo ringraziare Alessandro Mazza che si occupa della parte film/telefilm del blog) ed infine abbiamo creato la prima rubrica di satira sul mondo dell'editoria fumettistica italiana, ed in questo devo ringraziare Machi che ha reso possibile la creazione, non solo in senso metaforico, di questo ambizioso progetto.
Spero di veder crescere ancora il nostro blog, anche perchè nel mondo delle recensioni, che vede da una parte i grandi siti del settore e dall'altra il popolo dei video recensori, noi continueremo con grande orgoglio a considerare le nostre le migliori e le più obbiettive, ma soprattutto, di certo, mai influenzate o influenzabili.
Infine il ringraziamento più grande va a tutti i nostri lettori, fan del Blog, di Facebook, di Twitter e di youtube perchè è solo grazie a voi, che ci dimostrare grande affetto, che noi possiamo dare il meglio.

Un grazie sincero

lunedì 26 marzo 2012

Satirik #7

Ciao a tutti,
oggi torniamo con la prima, ed unicamente inimitabile, rubrica di satira dedicata all'editoria fumettestica italiana; siamo molto felici di notare che in questo periodo stanno comparendo sulle bacheche delle case editrici tanti ironici lavori.
Ci occupiamo di Star Comics ed in particolare della scarsa inventiva nel giustificare il misterioso esaurimento di alcuni albi di Dragon Ball Perfect Edition.
Volendo reitepretare la favola di Esopo, è difficile credere che questi albi siano davvero esauriti dopo che per anni si è sempre parlato di Star Comics come la casa editrice dagli albi ineasuribili.





L'attacco dei Giganti


Ciao a tutti,
oggi andiamo a parlare di una novità manga che ha scatenato grandi dibattiti tra gli appassionati.
Parliamo de L'attacco dei Giganti di Hajime Isayama; l'autore, classe 1986, in passato ha frequentato il Kyushu Designer Gakuin College nel dipartimento manga, nel 2006 menzione d'onore per L'attacco dei Giganti, altra menzione d'onore nel 2008 per Heart Break One.
In Giappone è pubblicato da Kodansha sulla rivista Bessatsu Shonen Magazine a partire da ottobre 2010; attualmente sono stati pubblicati sei volumi, l'ultimo uscito a dicembre 2011, mentre il volume sette è previsto per aprile 2012.
Nel 2011 ha vinto nella categoria Shonen il Kodansha Manga Award; tutto questo successo ha dato vita a moltissimi progetti intorno a quest'opera, tra cui un live-action previsto per l'autunno 2013 diretto da Testuya Nakashima, mentre ancora più recentemente è stato annunciato che sul numero 9 di Bessateu Shonen Magazine debutterà uno spinn-off della serie, una commedia con i protagonisti del manga studenti di scuola media.
In Italia è pubblicato da Planet Manga a partire da marzo 2012; l'edizone è 11,5x17,5, 200 pagine in b/n a 3,90 euro.
Un grande manga meriterebbe una grande edizione, o almeno decente, ma purtroppo in questo caso non è così: oltre all'assenza di pagine a colori e alle onomatopee non tradotte, moltissimi degli albi visionati presentano svariati difetti, tra cui carta ondulata, la rilegatura scricchiolante e la copertina leggermente più piccola rispetto alle pagine.
In questo senso c'è una forte eterogeneità nell'integrità dei volumi; di seguito potete visionarne uno in cui non c'è allineamento delle pagine e la copertina risulta più piccola rispetto al volume.


Passiamo alla trama: in un mondo pseudo reale, la razza umana fu decimata da esseri dall'aspetto umanoide alti 15 metri, dall'origine sconosciuta e famelici di carne umana: i giganti.
I pochi uomini sopravvissuti costruirono città fortificate da mura concentriche alte oltre cinquanta metri, di modo tale da poter essere immuni agli attacchi dei giganti che vagavano per il mondo.
Da quel giorno di cento anni fa più nessun attacco sconvolse il genere umano, che iniziò a sentirsi al sicuro e di conseguenza ad abbassare la guardia; un giorno, un gigante di oltre cinquanta metri fa la sua coparsa all'improvviso, dal nulla, aprendo brecce nelle mura e permettendo ai giganti più piccoli di entrare, costringendo così gli esseri umani a passare nella zona più interna delle mura, protetta dal Wall Rose.
Eren e Misaka, fratellastri, si arruoleranno nell'esercito per difendere il genere umano dalla minaccia dei giganti, cercando così di passare da prede a predatori, tutto grazie all'armamento 3D, una particolare tecnica di combattimento che consente al soldato di muoversi a 360° in aria.
Davide contro Golia: l'umanità riuscirà a giganteggiare i giganti?


Andiamo a trattare uno per volta i temi di dibattito di cui abbiamo accennato poco sopra, ed iniziamo con il genere.
Il manga è pubblicato su una rivista Shonen, ma a causa della trama molto cruda, oltre che a molte scene decisamente violente, numerosi lettori italiani si sono chiesti se non fosse più adatto ad un genere Seinen. Purtroppo tutti coloro che hanno fatto questo ragionamento, avranno associato al termine "Shonen", manga quali Naruto, One Piece e tanti altri che hanno in comune il magazine "Weekly Shonen Jump", di casa Shueshia.
Questi seguono un percorso comune di stile, di tematiche e di impostazione, ed infatti attraverso alcune ricerche abbiamo trovato numerose conferme del fatto secondo cui Isayama propose a Shueshia L'attacco dei Giganti, ma l'opera fu respinta perché non seguiva i canoni richiesti (si dice addirittura che la Shueshia abbia cercato di scendere a compromessi con l'auotre, che però non accettò e dunque l'opera finì in Kodansha).
Dunque questo manga non è uno shonen insolito, ma uno shonen "non Shueshia", che dunque può essere più violento e senza tutti i clichè tipici della casa editrice di Dragon Ball, ma pur sempre Shonen.
In ogni caso i temi classici del genere, quali l'amicizia, i combattimenti e lo sfidare un nemico sono capisaldi anche di questo manga, ma l'assenza di una linea guida precisa permette all'autore di uscire dai canoni impostati negli anni intorno al termine "Shonen" e in questo senso la storia ne beneficia ampiamente.


Analizzando la trama si può notare sin da subito molte delle intenzioni dell'autore, che con grande maestria riesce a catturare l'attenzione del lettore, non solo grazie alle numerose scene d'azione, ma anche con diversi espedienti: il primo è l'uso dei flash back e del misterioso passato di Eren, il secondo è ovviamente il tema principale, ossia i giganti.
Il successo dell'opera è da riscontrarsi proprio in questi due aspetti, infatti l'autore utilizza un tema molto noto nella letteratura, quello dei giganti, reinterpretandolo e creando una trama accattivante, che "costringe" il lettore a proseguire nella lettura perché incuriosito dai numerosi misteri che aleggiano intorno alla nascita, alla natura e all'obbiettivo di questi mostri dall'espetto umanoide.
I Flash Back, che saranno certamente un caposaldo dell'opera, permettono di conoscere e approfondire molti aspetti della storia e dei personaggi.
Il volume scorre rapidissimo, con pochi momenti di comicità e una narrazione molto concreta, che in questo primo volume punta quasi esclusivamente a piantare le basi dell'opera.
Infine, essendo uno Shonen, è doveroso parlare delle scene d'azione e Isayama anche in questo caso reiterpreta i combattimenti classici, adattandoli alla mole dell'avversario: l'armamamento 3D, una serie di corde e ganci, permette scontri spettacolari e coinvolgenti contro avversari apparentemente imbattibili.


Passiamo ora allo stile grafico dell'opera, anche questo vittima di numerose critiche, ed in effetti risulta troppo abbozzato e ricco di difetti; i più evidenti sono l'assenza degli sfondi, troppe volte, sia in campo aperto che in vignette più circoscritte, viene sfruttato lo sfondo sfumato oppure un'impreciso palliativo che appare soltanto un riempimento senza significato.
L'omogeneità dei disegni è quasi inesistente nei primi capitoli, ma soprattutto alcuni particolari sembrano disegnati senza troppa cura: le mani e i volti in questo senso presentano i problemi maggiori.
I motivi di tutto questo potrebbero essere vari, ma forse quello più semplice risulta essere quello corretto: è poco avvezzo all'arte del disegno.
In questo caso c'è poco da fare, ma non credo sia del tutto così siccome alcune tavole sono ben curate, anche se sono presenti alcuni difetti soprattutto nelle proporzioni e negli sfondi, inoltre c'è un buon miglioramento andando avanti nei capitoli.
Una critica andrebbe mossa anche agli assistenti e agli sfondi di cui parlavamo poco sopra, siccome saranno opera loro.


In conclusione L'attacco dei Giganti è certamente un'opera da provare, anche perché i manga che creano le più grandi discussioni tra gli appassionati sono spesso i migliori.
Una trama coinvolgente, misteriosa, cruda e ricca d'azione.
Per tutti i gusti.



a presto