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giovedì 7 aprile 2011

The walking dead













                                             






Ciao a tutti,
oggi, come anticipato su Facebook, vi parlo di "The walking dead"; molti di voi lo conosceranno per la trasposizione televisiva, prodotta dalla AMC e trasmessa in Italia su sky (FOX) a fine 2010.
La serie tv è tratta dall'omonimo fumetto, pubblicato a partire dal 2003 negli Stati Uniti dalla Image Comics in due versioni: una mensile, alla quale siamo giunti al volume 83 e una antologica che contiene 6 volumi mensili (in uscita il volume 14 a luglio). In Italia è pubblicato da Salda Press, al prezzo di 12,50 euro (sono usciti fino ad adesso 8 volumi antologici dal 2005).
L'opera nel 2010 ha vinto l' Eisner Award, nella categoria "Miglior Seie Regolare", al San Diego Comic-Con International e L'Harvey Award nella categoria "Best Writer" (Per quanto riguarda Kirkman) e "Best Continuting or Limited Series".
L'edizione italiana vale sicuramente il prezzo: volume 17X26, 144 pagine in b/n, copertina a colori con bandelle e all'interno di ogni volume, all'inizio e alla fine, numerosi redazionali che arricchiscono la lettura del volume.
L'opera, creata da Robert Kirkman (Invincible, Marvel Zombie) e disegnata da Tony Moore (Punisher, The Exterminators) per i primi sei volumi (parliamo di albi mensili e non quelli antologici pubblicati in Italia) al quale è subentrato Charlie Adlard (X-Files) dal volume sette, anche se Moore ha continuato a disegnare le cover sino al ventiquattresimo volume. Ha partecipato anche Cliff Rathburn lavorando sulle scale di grigio.


Se avete visto la serie TV, dimenticatela, ma recuperate il fumetto che si trova su tutti i principali siti di libri online e nelle librerie.
Perché vi dico questo? Facendo un rapido paragone, la prima serie di "The walking dead" dura 6 episodi, coprendo appena un solo volume antologico del fumetto; l'ideatore della serie TV, Frank Darabont (Il miglio verde), ha pensato di dare una sua interpretazione alla storia e di fatto per molti versi fumetto e serie TV non coincidono; la trama è quella, ma lo sviluppo della storia è molto diverso. Si parla già di una seconda stagione di 13 episodi pronta per fine 2011. Il protagonista, Andrew Lincoln, ha affermato in un'intervista a IGN (VIDEO INTERVISTA) che questa nuova serie sarà fedele all'opera originaria. Non so se crederci, siccome bisogna interpretare il senso di "fedeltà", anche la prima è fedele, eppure c'è una libera interpretazione degli eventi. Forse le modifiche sono state apportate per rendere la serie più "televisiva", mentre nel fumetto c'è una componente psicologica che richiederebbe numerosissime puntate, a mio parere, e renderebbe il telefilm troppo discorsivo a discapito all'azione.


Il telefilm è stato si una buona cosa, ma non c'è paragone con il fumetto.
Kirkman è riuscito a creare un'opera per molti versi banale: un mondo dove gli zombie, senza motivo apparente, sono "nati" e si sono imposti a discapito della vita, intesa in temrini di società e di biologia.
L'autore, nella prefazione al primo volume, afferma "Intendo indagare i modi in cui le persone reagiscono di fronte alle situazioni estreme e come ne escono cambiate. E' questo il mio scopo alla lunga distanza.". Mai parole furono più azzeccate per descrivere questo fumetto.
Il protagonista della storia, il poliziotto Rick Grimes, si risveglia in ospedale dopo una sparatoria. Non sa quanto tempo è passato, ma è certo che qualcosa non va: la struttura è abbandonata, ridotta in pessime condizioni. Non c'è segno di vita, ma poco dopo trova qualcosa che non si può descrivere come "vivo": gli zombie. Le vicende di Rick partono da qui e presto si renderà conto che la vita di prima è solo un ricordo nella sua mente. Il suo unico obbiettivo è ritrovare sua moglie Lori e suo figlio Carl; decide così di recarsi ad Atlanta, dove pensa che il grosso della popolazione possa essersi rifugiata, ma li trova solo uno spettacolo surreale: una città popolata da soli zombie. Grazie all'aiuto di Glenn, un ragazzo coreano che risiedeva in un campo poco fuori città insieme ad altre persone, Rick si salva e va alla ricerca dei suoi cari.


Tutto quello che c'è dopo dovete leggerlo, perché è qualcosa che anche io faccio fatica a descrivere. Posso però cercare di trasmettervi quello che "The walking dead" è realmente, cioè non un fumetto che vuole fare dell'azione o degli zombie la sua arma principale, bensì un'opera che come poche studia il comportamento razionale e irrazionale delle persone.
La componente spettacolare è ovviamente presente, tra inseguimenti, attacchi inaspettati, morti dolorose e personaggi carismatici è impossibile annoiarsi. Prima Moore e poi Adlard riescono a creare un'atmosfera cruda, reale, dando il loro meglio nell'espressività dei personaggi, nelle loro azioni a volte giuste a volte assurde; personaggi che sono persone comuni, che dopo aver perso quasi tutto sono costrette a fare i conti con chi, a differenza loro, fa emergere il proprio vero carattere, magari nascosto nella vita precedente.
Kirkman dimostra come eventi straordinari possano cambiare le persone, in meglio ma anche in peggio.
Gli anni scorrono via tra le pagine dei volumi e il lettore si sente immedesimato, quasi protagonista, sentendo la fatica e il dolore sulla propria pelle. I protagonisti sopravvivono giorno dopo giorno, cercando di mantenere quel briciolo di umanità che molte altre persone, non zombie, sembrano aver perso.
Tuttavia non è così facile: il logoramento psicologico lo possiamo avvertire sui loro corpi feriti e mutilati, come se questi fossero una reale rappresentazione della loro vita che cade a pezzi giorno dopo giorno, una sorta di Dorian Gray senza quadro.
Quando ho letto l'ottavo volume ho riguardato quelli precedenti e come diceva kirkman ho davvero avuto la sensazione di non riconoscere il Rick di inizio storia, perchè ogni personaggio evolve a suo modo, cambiando nello spirito e nell'aspetto.


La ricerca di un luogo dove poter ricostruire una vita, una società, è più difficile del previsto ma nulla scoraggia il gruppo di Rick, costretto a scontrarsi con l'idea che forse non tutti i sopravvissuti, come loro, sono volenterosi a voler ricostruire una vita normale.
In mezzo a tanta sofferenza, la trama regala delle storie d'amore e di vita inimmaginabili per i protagonisti all'inizio della loro storia, ma proprio questo, per tornare al fatto del cambiamento, è l'elemento distintivo dell'opera: mai riuscirete a non essere sorpresi, perchè in un attimo, quando la storia sembra a un punto morto (non è una battuta), accade qualcosa di inaspettato mantendendo un ritmo incalzante e un'atmosfera che mai perde la sua surrealità e la tensione di essere consci di vivere, anzi di sopravvivere, in questo mondo.


"The walking dead", uno dei fumetti più straordinari di sempre.


A presto

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