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mercoledì 14 settembre 2011

Super 8


Ciao a tutti,
oggi andiamo a parlare del nuovo film, diretto e sceneggiato, di J.J. Abrams (LOST, Star Trek).
Da sottolineare tra i produttori, oltre al fedelissimo Bryan Burk (Fringe, Cloverfield), Steven Spielberg; non lo cito solo perché è Spielberg e perché è uno dei produttori ma soprattutto per il forte legame con il regista e il film.
Il cast, quasi interamente composto da giovanissimi (e promettenti) attori annovera, Joel Courtney, Elle Fanning (sorella di Dakota Fanning e già nota per molti film tra cui Il curioso caso di Benjamin Button e Somewhere, oltre ai più noti Kyle Chandler (King Kong) e Noah Emmerich (The Truman Show).
Una cosa da sottolineare è il fatto che molti di questi giovani attori, pare siano già scritturati per alcuni film ancora in via di produzione, quindi credo che rivedremo molto presto le loro facce sul grande schermo.


Passiamo alla trama: nel 1978, in una cittadina dell'Ohaio, un gruppo di ragazzi è alle prese con la produzione di un film per un festival. Una notte, sulla banchina di una stazione, nel bel mezzo delle prove, accade qualcosa di inaspettato: arriva un vero treno. E' un occasione irripetibile e tutto viene preparato rapidamente per girare la scena. Il treno passa, ma solo poco dopo accade qualcosa di inaspettato: un piccolo pick up si scontra col treno, creando un incidente tanto spettacolare quanto pericolo per i ragazzi, che riescono comunque a uscirne indenni.
Quello che poteva essere un evento unico e casuale sarà il punto d'inizio di tutto.
I cani scappano, l'esercito occupa la città e alcune persone spariscono, compresa Alice Dainard, la protagonista femminile del film che il gruppo di amici stava girando.
Il gruppo si metterà dunque alla ricerca dell'amica e queste ricerche gli porteranno molto vicini a scoprire cosa si cela dietro l'incidente e cosa il governo cerca di nascondere tanto tenacemente.


Super 8 è un film ricco, ricchissimo, di citazioni riferimenti e omaggi, non solo a Spielberg ma alla filmografia anni '70-'80.
Sicuramente le atmosfere spensierate dell'America di quegli anni, vengono riprodotte con grande fedeltà e in alcune interviste è stato fatto notare come gli attori dovessero evitare alcuni termini, evidentemente moderni per l'epoca in cui è ambientato il film.
Non manca sicuramente una buona dose di paura:  il "mostro" che si aggira per la cittadina non ci viene mai mostrato, un po' come accadeva in tanti Horror dell'epoca, su tutti Alien, aumentando ancora di più la tensione nello spettatore, pur senza sconvolgimenti nella trama.
In questo senso il film scorre con estrema regolarità, non dando mai la sensazione di poter (o voler) uscire dagli schemi: questo è un pregio ma anche un difetto.
Nel primo caso bisogna elogiare la capacità di Abrams di creare una storia non del tutto originale, senza mai un momento di noia o di calo del film; anche i momenti più drammatici e le battute non scadono mai nella banalità.
Per quanto riguarda il difetto, è un peccato secondo me che Abrams non sperimenti di più, non faccia lavorare il suo cervello per scioccare lo spettatore con qualcosa di inaspettato; come ha già dimostrato in passato, ha le capacità per creare una storia assolutamente originale.


Gli effetti speciali del film sono assolutamente spettacolari, anche se utilizzati male nell'incidente del treno, troppo esagerato se paragonato al resto del film.
La creatura che si aggira nella cittadina, molto simile alle creature di Cloverfield, mi ha fatto tornare alla mente Jurassik Park, quando i dinosauri muovevano gli alberi e il T-Rex abbatteva il pullman, nel Mondo perduto.
Potremmo perdere una giornata a elencare tutti i riferimenti: dalle biciclette, ai film in super 8 (i primi fatti dallo stesso Abram da ragazzo) fino alla filmografia anni '70, come già detto.
Per quanto riguarda i temi trattati, abbiamo sia la visione della perdita di un padre che di una madre, il rapporto tra gli amici e la passione per il cinema.


Per concludere, Super 8, si conferma un'ottima opera ma non in grado di catturare e lasciare a bocca aperta lo spettatore e dunque di rendere la pellicola un vero capolavoro, anche se le premesse e le attese erano tali.
Ecco forse l'aggettivo che descrive meglio questo film è: normale.
Una piccola nota: forse sono io, ma sentendo il rumore del proiettore in un'opera di Abrams, ho subito ripensato ai filmati di orientamento nelle stazioni Dharma.




a presto

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