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giovedì 17 novembre 2011

Le Recensioni Numeriche: Punischer MAX 19 – Bullseye

a cura di Alessandro Mazza


      
Contiene:
        
         PunisherMax vol.6 : Bullseye – part 1
        PunisherMax vol.7 : Bullseye – part 2
       PunisherMax vol.8 : Bullseye – part 3
   PunisherMax vol.9 : Bullseye – part 4
     PunisherMax vol.10 : Bullseye – part 5
    PunisherMax vol.11 : Bullseye – part 6


Ciao a tutti,
oggi volevo soffermarmi sull' ultimo volume della collana MAX, dedicata al punitore ed edita dalla Panini Comics.
Penso che in molti conosciate la storia di Frank Castle, reduce del Vietnam con all'attivo l'uccisione di moltissimi vietcong; inizia dunque a vestire i panni del punitore, quando la sua famiglia viene trucidata davanti a i suoi occhi, vittima involontaria di un regolamento di conti tra mafiosi.
Da quel momento  inizia una sua personale battaglia con il crimine, diventando un giustiziere che non si fa scrupoli ad eliminare qualsiasi persona coinvolta in attività illecite.
Dovete sapere che esistono due linee editoriali riguardanti The Punisher, complementari tra loro: una in cui l'antieroe è inserito nella continuity Marvel più stretta, interagendo con altri super eroi e super-criminali; la seconda è linea MAX, dove vengono narrate le sue gesta in un contesto normale e attuale, divincolandosi tra mafiosi, terroristi e chiunque rappresenti una minaccia per l'onesto cittadino.
Proprio questa linea è forse la più apprezzata, perché oltre a riflettere quelli che possono essere considerati delle minacce reali, troviamo anche storie più adulte ed esplicitamente violente.
Fautore di questa innovazione nelle storie del personaggio è stato Garth Ennis, considerato come il miglior scrittore apparso su questa testata.
Il suo stile, irriverente e violento, unito a un' ironia nera molto pungente, ha ridisegnato i canoni del character.
Forse ora siamo riusciti a trovare un suo degno successore in Jason Aaron, emergente autore originario dell' Alabama, che con Steve Dillon, storico partner di Garth Ennis, come disegnatore ci propone un volume veramente valido.


Iniziamo subito col dire che sono stati inseriti, nella storia principale, personaggi riconducibili al mondo Marvel, come Kingping e Bullseye, ma rielaborandoli, facendoli sembrare quasi solo omonimi dei personaggi originali, per inserirli in un contesto consono alla linea MAX.
Così facendo si è andato a perdere parte del realismo originario, compensando con dei character dotati di un enorme carisma.
Altra importante differenza con il passato è il fatto che le storie ora seguano un proprio sviluppo consequenziale, a differenza di prima dove trovavamo diversi cicli auto conclusivi e leggibili indipendentemente uno dall'altro.
A tal proposito consiglio, a chi si volesse cimentare in questa lettura, di recuperare anche il volume Punisher Max18, in cui esordisce il nuovo team creativo e dove vengono introdotti i personaggi e l'ambientazione principale, con la scalata al potere di Kingping.


 
Dopo questa lunga introduzione, passiamo ad analizzare l'albo in modo più approfondito.
Wilson Fisk è appena diventato il nuovo boss della malavita newyorkese e quindi, naturalmente, entra nella lista nera del punitore; tuttavia il buon Frank Castle, sempre meno giovane e provato dalle varie battaglie, prima dovrà vedersela con Bullseye, infallibile killer ingaggiato per eliminarlo.
Jason Aaron ci immerge in una storia in pieno Ennis-style: violenta, con personaggi grotteschi e condita di humour nero, introducendo anche una forte variabile, non sempre sfruttata a dovere con questo personaggio: l'introspezione.
Il volume inizia con la presentazione di Bullseye, personaggio totalmente sopra le righe; ma se all'inizio possiamo trovarlo "quasi divertente", nel suo stravagante modo di agire, con il passare delle pagine diventa sempre più disturbante e mentalmente instabile.
Proprio questo suo essere un killer psicopatico, lo porterà a sviluppare una sorta di ammirazione per il Punisher, considerandolo molto affine e simile a lui: killer psicopatico per soldi uno, killer psicopatico in nome di un suo senso di giustizia l'altro.
Questo fa si che Bullseye, prima di affrontare Frank Castle, cerchi di capirlo, rivivendo la sua vita e instillando in lui il dubbio di come un esperto combattente, che è sempre riuscito a proteggere se stesso e gli innocenti da qualsiasi attacco nel corso degli anni, abbia fallito proprio con la sua famiglia.
Proprio questa sua indagine, nel cercare di risolvere il mistero delle origini del punitore e dunque di capirne la vera personalità, aggiunge una chiave di lettura molto interessante che cattura il lettore.

 
Il duello, a questo punto anche psicologico, tra i due personaggi ci accompagnerà per tutto il volume, non lesinandoci discreti colpi di scena e decisioni epocali.
In mezzo a questa baraonda è curioso notare come il personaggio più normale sembri Kingping: freddo calcolatore che punta al potere, utilizzando qualsiasi mezzo o risorsa.
Se a livello narrativo non ho nulla da criticare, qualche remora in più l'ho sul lato grafico; chi mi conosce sa che non apprezzo molto Steve Dillon, considerando il suo tratto superato e troppo simile nel corso degli anni, ma a sua difesa posso dire che in questa occasione il suo lavoro è più che sufficiente.
E' proprio il caso di dire che in storie dove la violenza si mescola con il grottesco, i suoi personaggi quasi "cartooneschi", pur non esteticamente belli, mostrano un' anima che riflette perfettamente le emozioni che dovrebbe trasmettere un dato personaggio in una data tavola.
Aiutato dal fatto di aver lavorato già molto con questo personaggio, il suo stile, pur rimanendo monotematico, si sposa perfettamente con la storia, rendendo violente e d'impatto le scene forti, ma senza renderle disturbanti.
Concludendo credo che Punisher: Bullseye meriti di essere acquistato, perché ci regala una storia appassionante, fuori dai soliti schemi supereroistici e con personaggi caratterizzati in modo superbo.


a presto

domenica 6 novembre 2011

Le Recensioni Numeriche: One Piece 61


Ciao a tutti,
oggi andiamo ad analizzare uno dei volumi più significativi di One Piece, non solo per i risvolti della trama, ma anche per l'impressionante numero di volumi venduti in Giappone: oltre due milioni di copie.
E' necessario segnalare che quest'ultimo albo pubblicato dalla Star Comics, presenta numerosi adattamenti che possono essere più o meno criticabili; se è vero che non compromettono la lettura dell'albo (così come avvenne nel numero 51, con il noto problema delle taglie delle supernove), è anche vero che tanti piccoli errori (di adattamento e battitura), sommati, creano una situazione poco accettabile agli occhi dei lettori più attenti.


In questo volume avviene il salto temporale di due anni, necessario soprattutto per permettere ai protagonisti di colmare il gap di forza con i vari ammiragli e flotta dei sette, ma anche per dare un vero e proprio stacco nella trama, dopo la morte di Barbabianca che ha modificato per sempre il mondo di One Piece.
Oda approfitta di questa situazione, inoltre, per un vero e proprio restyling di tutta la ciurma: Nami e Robin sempre più sexy, Franky quello più assurdamente modificato e tante modifiche nello stile e nei vestiti di tutti.
L'autore per coronare la Reunion della ciurma decide di puntare sul grande divertimento e i classici equivoci che creano grande confusione e grandi battaglie; la finta ciurma di "cappello di paglia" in questo senso è un ottimo espediente, anche molto originale, che crea una vera e propria imprevidibilità di tutta la vicenda.
Forse sarebbe stata apprezzata una situazione più epica e carismatica, ma credo che Oda abbia voluto riportare One Piece, dopo una serie di capitoli estremamente carichi di tensione, culminati con la morte di Ace e Barbabianca, verso il divertimento e le sue parole lo testimoniano: Anche se la storia ha preso una piega più incredibile di quanto potessi mai immaginare, l'autore sono sempre io e questo è il nostro caro One Piece.




Volume bello soprattutto per le grandi novità e il ritmo forsennato, che ha ricordato episodi quali Enies Lobby; adesso tutti i lettori non vedono l'ora di vedere i frutti di questi due anni di addestramento e l'isola degli uomini pesce, ma ancor prima il viaggio per raggiungerla, saranno sicuramente il palcoscenico giusto.
Il giro di boa è avvenuto, ora è il momento di fare sul serio per One Piece.


a presto

martedì 25 ottobre 2011

Thermae Romae


Ciao a tutti,
oggi andiamo a parlare di una novità molto attesa in Italia: Thermae Romae di Mari Yamazaki.
In Giappone è edito dalla casa editrice Enterbrain, sulla rivista Comic Beam, a partire dal 2008 e attualmente consta di 3 volumi, l'ultimo pubblicato ad aprile 2011, mentre il numero quattro uscirà in Giappone a dicembre 2011.
L'opera ha vinto nel 2010 la terza edizione del Manga Taisho e il Tezuka Osamu Culturale Prize nella categoria Short Strory Award.
Fuji TV ha inoltre annunciato un live action del manga che verrà realizzato nel 2012. 
In Italia è pubblicato da Star Comics, in un volume 13X18, 192 pp in b/n con sovracoperta, al prezzo di 5,90 € (in offerta fino al 19/11/11 al prezzo di 1,90 €).
Classica buona edizione Star Comics, che fatica nel confronto con edizioni di analogo prezzo di altre case editrici; la pecca pricipale è la copertina interna, sempre estremamente molle e troppo poco robusta.


Veniamo alla trama: Lucio Modesto è un architetto/ingegnere, non molto famoso e in difficoltà lavorative, a causa dei suoi progetti troppo antiquati e quindi irrealizzabili in una città moderna e in fiorente crescita, come la Roma del periodo così detto degli imperatori adottivi.
Sconsolato, deciderà di recarsi in uno dei numerosi centri termali della città, ma proprio durante un bagno, verrà riusicchiato da un forte vortice che lo porterà misteriosamente in un luogo sconosciuto, popolato da una civiltà "dalla faccia piatta".
Questo luogo, ricco di strumenti e strutture termali mai viste da Lucio, gli permetterà di trovare l'ispirazione e poter così riprodurre a Roma queste bizzarre, ma geniali, opere di questa strana civiltà, diventando ben presto molto noto in tutto l'impero.


E' necessario, per chiarezza, sottolineare che Thermae Romae è un manga episodico e come tale potrebbe scoraggiare molti potenziali lettori.
Sicuramente quest'opera non possiede, per sua stessa natura, una trama articolata, in continua evulizione o con colpi di scena, ma lo schema molto semplice che ci viene proposto, episodio dopo episodio, è un comodo espediente che permette all'autrice di creare vicende sempre nuove e dunque parlare della cultura giapponese e romana per le terme.
E' inutile, in questo senso, cercare di trovare una soluzione a domande quali "come fa Lucio a viaggiare nel tempo?", perchè non è certo questo lo scopo che l'autrice voleva raggiungere, dunque bisogna accettare la stituazione paradossale in cui Lucio si viene a trovare, per poter cogliere tutti i contenuti che sono la spina drosale del manga.
Proprio l'autrice scrive "Thermae Romae è stato catalogato in Giappone all'interno di una categoria chiamata Subculture[...]non è considerato un fumetto per un pubblico generico, ma soltanto per chi dimostra interessi e gusti un poco insoliti."
Il principale punto di forza dell'opera è la capacità di divulgare delle tradizioni, soprattutto giapponesi, ma anche occidentali, sui bagno pubblici o le terme; questo che può sembrare un tema inusuale e/o debole per poter costruire un manga, viene abilmente trattato riuscendo non solo a creare un'opera originalissima, ma anche molto divertente, in grado di riuscire a trovare punti in comune e a far convivere nella stessa opera due civiltà diverse per provenienza geografica, ma anche temporale.


Thermae Romae riesce anche a divertire il lettore, perchè Lucio Modesto si ritrova in situazioni al limite del paradossale, ponendolo di fronte a scene, oggetti e persone totalmente sconosciuti e ai quali inizialmente ragisce con ovvio ed esilarante stupore.
Il popolo giapponese, che lui crede in realtà un'altra civiltà, fa trasparire tutto il suo orgoglio romano e lo sprona a non spaventarsi, ma anzi a studiare le loro strutture termali per poterle riprodurre a Roma.
Nel manga c'è anche tanta presenza dell'autrice, grazie a commenti alla fine di ogni capitolo, che approfondiscono alcuni aspetti culturali, ad esempio di come sono vissute le terme in Giappone e la loro visione moderna, ma anche del popolo romano e degli usi e costumi di entrambi.
Questo dimostra come Thermae Romae non sia, almeno in parte, un'opera creata dal nulla, ma da parte dell'autrice c'è stato un vero studio profondo della materia e questo lo si percepisce nella dovizia di spiegazioni e particolari degli utensili usati e delle caratteristiche delle terme, sia romane che nipponiche.
Mari Yamazaki ha cercato di trovare punti di contatto tra due popolazioni diversissime per luogo geografico e per momento storico, dimostrando però come entrambi hanno avuto una grande cultura termale, che bisogna intendere non solo come luogo fisico, ma anche con la filosofia che le terme incarnano, come luogo di socializzazione, di rilassamento e anche igienico.


Passando alla parte grafica, la prima cosa da notare è la differenza tra Lucio e i giapponesi: il primo è disengato quasi come una statua di un museo, con muscoli ben definiti, un portamento fiero e un'espressione quasi sempre seria e orgogliosa; i giapponesi invece sono rappresentati in stile "manga", sia nelle espressioni che nell'aspetto.
Le tavole sono estremamente curate, pulite e dattagliate e quest'ultima caratteristica è l'ideale per i numerosi particolari degli oggetti e delle terme; anche le residenze romane sono estremamente curate, sia gli esterni che gli interni.
A voler trovare un difetto, a proposito delle tavole, è l'assenza di disegni a pagina intera, che sarebbero stati sicuramente graditi.



In conclusione va' sicuramente premiata l'originalità della trama e il giusto equilibrio tra la volontà di divertire e raccontare dell'autrice.
Sicuramente, vista la struttura episodica, dubito in una trama in via di evoluzione, quindi il modo migliore per mantere interessante un'opera come questa riesede nella capacità dell'autrice di creare sempre storie nuove e originali, che non stanchino il lettore.
Un'opera da provare, visto anche il prezzo, soprattutto per gli amanti delle terme e della cultura giapponese.
Un effetto collaterale potrebbe essere la voglia di farsi un bagno caldo.


Ultimissima nota, riportiamo i saluti che Mari Yamazaki ha inviato a filManga Blog e a tutti i suoi utenti e le rinnoviamo i ringraziamenti per la sua disponibilità e cortesia.

"Allora, Salve a tutti, sono Mari Yamazaki, l'autrice del fumetto "Thermae Romae". Sono davvero felice di sapere che questo fumetto verra' pubblicato anche in Italia tra poche settimane. Spero che vi piaccia questa storia un po’ insolita dell’architetto romano e vi possa trasmettere la nostra grande passione per i bagni pubblici. Grazie!"

a presto

domenica 16 ottobre 2011

Sute - Il Figlio degli Spiriti


Ciao a tutti,
oggi parliamo della prima Graphic Novel edita da Gp Pubblishing, scritta e disegnata da Yoshiko Watanabe, collaboratrice di Osamu Tezuka per le serie Kimba, La Principessa Zaffiro e Doraemon. Ha collaborato per numerosi lungometraggi animati, tra cui La Freccia Azzurra, La Gabbianella e il Gatto e Aida degli Alberi.
Recentemente ha vinto il premio Romics nella categoria "Miglior libro di scuola giapponese" per La Storia di Sayo (2008, Kappa Edizioni).
Il volume è un 15X21, 144 pagine in b/n con sovracoperta, al prezzo di 15,00 €; formato ampio e albo molto flessibile permettono di godere al massimo dell'opera.  


Vediamo brevemente la trama: Nel Giappone del VII secolo, caratterizzato dalla presenza di tanti piccoli feudi, vive una famiglia povera e stremata dalla fame, dalla siccità e dalle tasse.
Da qui la decisione di abbandonare il loro figlio più piccolo nella foresta che confina col il villaggio, dimora degli spiriti, dove uno di questi lo troverà e alleverà come se fosse suo figlio.
Il bambino, chiamato Sute dalla sua madre adottiva, crescerà in un mondo idilliaco, ma che presto sarà preda delle brame di potere dei tanti feudatari, pronti a tutto per allargare il loro potere e la loro fede religiosa.


La favola di Sute diventa un palcoscenico ideale, creato ad arte dalla Watanabe, per narrare le vicende che scuotevano la terra del sol levante intorno al VII secolo, con il parallelo avanzamento del buddismo in uno stato da sempre scintoista.
Di fatto le religioni divennero, dopo alcuni tempi, le due facce di una stessa medaglia, unificando credi e credenze, dimostrando la fortissima compatibilità delle due.
In Sute queste vicende, che hanno segnato indelebilmente un periodo molto ampio della storia giapponese, seppur con grande semplicità, riescono a trasmettere quello che probabilmente è stato quel periodo, fatto di un impero frammentato e combattivo, pronto a muovere guerra per qualche terra in più o molto più semplicemente per ottenere con la forza qualcosa che non appartiene di diritto.
Proprio in questa Graphic Novel, la cosa che salta più all'occhio è la grande capacità di Yoshiko Watanabe di essere riuscita a creare un mondo fatto di vicende reali e soprannaturali, immagginando un'ipotetica lotta tra questi due fronti.
L'uomo, visto come crudele e ambizioso, si contrappone a Sute, cresciuto tra gli spiriti e 


Lo stile del manga è assolutamente variopinto, facendo tornare alla mente opere di altri tempi, come quelle di Osamu Tezuka, con cui collaborò in passato, ma anche uno stile narrativo moderno, fatto di dialoghi  e scene ricche di pathos.
In questo senso, la fusione tra antico e moderno, sarà apprezzata sia dai lettori più affezionati allo stile di Tezuka, che ai lettori più giovani.
Potrete ammirare, anche grazie al formato, delle tavole curate nei minimi particolari, gli spiriti dalle forme più disparate e delle scene d'azione crude e fortemente dinamiche.


Un'opera per veri intenditori del fumetto d'autore, che cercano qualcosa che possa raccontare la realtà e immergere in un mondo fantastico, oltre a essere una vera delizia per gli occhi.
Da provare sulla propria pelle.
 

a presto

domenica 9 ottobre 2011

Saru 1


Ciao a tutti,
oggi andiamo a parlare della nuova opera pubblicata in Italia di Daisuke Igarashi (Witches, Spirit in the Sky): Saru.
Edito in Giappone da Shogakukan, nel 2009, sulla rivista Ikki, l'opera è consta di due volumi.
In Italia è pubblicato da J-Pop, in un formato 12X18, 204 pp. in b/n, con sovracoperta al prezzo di 6,00 €.
L'edizione è ottima: sovracoperta con rilievi e copertina interna in nero e oro, di grande effetto. Volume robusto e flessibile con carta davvero poco trasparente.


Veniamo alla trama: in varie epoche, qualcosa di impercettibile lega il destino dell'intero mondo e di molte persone.
Nel presente, ad Angouleme, in Francia, una giovane studentessa giapponese, Nana, e un monaco, Nawan Namgyar, si ritroveranno coinvolti in una vicenda tanto misteriosa quanto pericolosa.
Incotreranno in Pakistan un prete, Candido Amantini, e una bambina orfana, Irene Beart.
Le leggende di Oriente e Occidente, gli intrighi della chiesa e un potere tanto oscuro quanto reale, porteranno i quattro verso un destino comune che potrebbe cambiare l'intero Mondo.


Se andiamo a guardare la biografia di Daisuke Igarashi, noteremo alcune cose: premio eccellenza per Witches, nel 2004, del Japan Media Arts Festival; nel 2005 nominato per Little Forest all' Osamu Tezuka Culture award e per quanto riguarda Saru, è stato nominato per la quarta edizione del Manga Taisho.
Dunque abbiamo a che fare con un'autore molto noto, ma forse un po' sottovalutato, o forse è meglio dire non del tutto celebrato.
Leggendo questa sua ultima opera italiana, ci rendiamo conto della straordinaria capacità narrativa dell'autore, che riesce a creare una trama ricca di riferimenti reali, anche molto diversi tra loro, assolutamente chiara e avvincente.
In Saru infatti si mescolano storie puramente occidentali con i miti orientali, creando una vicenda a metà tra il thriller e il soprannaturale, in grado di stregare il lettore.
Il manga parte fortissimo, trasportandoci in tutto il mondo e in secoli differenti, lasciando intuire particolari e indizi di una trama davvero molto articolata.
Non mancheranno le spiegazioni alle leggende di cui fa molto spesso riferimento il manga, aiutando il lettore a comprendere meglio quali siano state le fonti utilizzate dall'autore.


I pregi compensano i difetti, che se corretti, avrebbero creato una storia davvero di grande qualità.
Essendo un'opera in due volumi, con una trama molto articolata, l'autore è stato costretto a rendere la storia molto rapida, a discapito della caratterizzazione dei personaggi, che ci vengono solo parzialmente presentati e riusciamo a cogliere davvero poco di loro, anche nel proseguo della storia.
Un'opera come questa avrebbe meritato un numero più cospicuo di volumi, tra 6 e 10, di modo tale da poter diluire di più la storia, aumentando così la tensione e caratterizzando meglio i personaggi, così da poter far immedesimare al massimo il lettore nella storia.
Una cosa da sottolineare, su tutte, è l'atmosfera che riesce a genere il manga, nel giro di pochissime tavole: può ricordare le atmosfere di Takahashi.
Le ultime pagine ci fanno presagire un secondo volume ricco d'azione e questo è sicuramente è un punto a favore dell'opera, che se vogliamo, dopo un inizio molto riflessivo, con un volume finale ricco d'azione, potrebbe dimostrarsi davvero completa, dandoci anche modo di apprezzare lo stile dell'autore in situazioni molto diverse tra loro.


Passando alla parte grafica, Igarashi riesce a esprimere uno stile davvero unico, molto personale.
Sia le ambientazioni che i personaggi vengono rappresentati con uno tratto molto "sporco", ricco di linee e tratti che riempiono le tavole.
Molto curati e dettagliati i paesaggi e le città, creando tavole di fortissimo impatto visivo; una pecca, da questo punto di vista, potrebbe essere l'assenza di tavole che occupano pagine intere.
L'espressività dei personaggi è estremamente enigmatica, in perfetto connubio con le atmosfere del manga.
L'autore si mette alla prova, siccome nel corso del manga potrete vedere non solo luoghi molto diversi (compresa l'italia), ma anche epoche diverse, ad esempio la Cina del 1600, apprezzando dunque il suo stile applicato a situazioni e ambientazioni molto differenti tra loro.

In conclusione un numero uno molto avvincente, ricco di tensione e mistero, con una vena di soprannaturale che collega tutti questi elementi.
Leggendo il manga, la trama da la sensazione di essere molto cinematografica.
Sperando in un finale degno del primo volume, un'opera davvero coinvolgente, che vi coinvolgerà grazie alle sue atmosfere e al suo stile narrativo.


a presto

venerdì 7 ottobre 2011

Terranova - 1X01/02 - Genesis


Ciao a tutti,
oggi andiamo a parlare dell'esordio italiano di Terranova, creata da Kelly Marcel e Craig Silverstein (Nikita, Bones); è l'ennesima serie tv che produce tra gli altri Steven Spielberg.
Nel cast citiamo Jason O'Mara (Resident Evil: Extinction), Stephen Lang (Avatar) e Christine Adams (Tron: Legacy).  
La prima stagione sarà di 13 episodi in onda, in Italia, su Sky al canale 111 (FOX) ogni martedì alle 21:00.



Veniamo alla trama: nell'anno 2149 la vita sul Pianeta Terra è ormai definitivamente compromessa: spesse nubi nascondono il cielo, l'aria è in parte tossica e l'ambiente che circonda le futuristiche città è desertico; a tutte queste difficoltà si aggiunge anche la sovrapopolazione mondiale, che costringe le famiglie, per legge, ad avere al massimo due figli.
Come unica salvezza, un gruppo di scienziati riesce a scoprire una spaccatura nello spazio-tempo, in grado di trasportare chiunque indietro di 85 milioni di anni (circa il cretacico superiore), ma in un'altra linea temporale, che dunque non può causare paradossi futuri: questo luogo è chiamato Terranova.
Ogni pellegrinaggio coinvolge persone scelte o con una lotteria o se utili a Terranova.
La famiglia Shannon, il padre Jim e la madre Elisabeth, vive in clandestinità, siccome oltre i figli Josh, un ragazzo molto ribelle, e Maddy, una ragazza molto intelligente, c'è anche Zoe, la più piccola.
Dopo una serie di problemi, causati dalle leggi contro la sovrapopolazione, la famiglia riuscirà a partire per Terranova, dove potrà iniziare una nuova vita in un luogo primordiale tanto bello quanto misterioso.



Questo primo episodio di due ore, ha evidenziato una certa tendenza, da parte di chi crea la storia e ci mette i soldi, a evitare a ogni costo l'originalità: le cose che sanno di "già visto" non si limitano soltanto all'ambientazione del mondo nel 2149, alla Blade Runner, o ai dinosauri made in Spielberg, ma anche in piccoli richiami o situazioni (Non voglio accennare a troppe cose, ma chi ha visto  Avatar sa di cose parlo).
Forse non tutti ricorderanno il telefilm Earth 2, in onda su Rai 2 negli anni '90: la trama è sostanzialmemte analoga a quella di Terranova, forse migliore.
Dunque, questa serie, per ora, non può essere citata per la sua originalità, ma sicuramente tre punti sono a suo favore: gli effeti speciali, l'ambientazione e il possibile sviluppo della trama.
Girato in Australia, per scelta dello stesso Spielberg, nel Queensland, è stato riprdotto un piccolo villaggio, circondato da una meravigliosa vegetazione, che richiama fortemente a un mondo primordiale, privo di insediamenti o civilizzazione; da questo punto di vista la location è molto affascinante e dona anche un certo mistero alla giungla che circonda il villaggio.
Gli effetti speciali, dal tunnel spazio-temporale fino ai mostruosi dinosauri, sono molto curati; forse è proprio questo a rendere molto interessante Terranova: è un telefilm molto cinematografico, sia per i soldi spesi (tra i 10 e i 20 milioni di dollari solo per il primo episodio), che per lo sforzo produttivo e post produttivo.
Per ultimo, la trama, seppur banale e a metà tra Stargate e altri film già citati, cerca sin da subito di coinvolgere lo spettatore, con numerosi misteri celati in questo luogo e con le diatribe tra gli abitanti di Terranova e alcuni dissidenti che vivono nella giungla.
Vi è inoltre la variabile dei dinosauri, alcuni dei quali molto feroci.
In questo senso la trama può evolvere molto positivamente, ma anche cadere nella più completa banalità.


Gli ascolti italiani, complice anche una campagna pubblicitaria estremamente potetente (sfido, se vivevete in una città abbastanza grande, di non aver visto cartelloni pubblicitari del telefilm) sono stati ottimo: Terranova è diventato il telefilm più visto su Sky con 627.252 spettatori medi, con 1.145.173 spettatori unici (fonti tvblog).
Non è stato lo stesso negli USA, con appena 9 milioni di spettatori (calcolate che in quella settimana il più visto è stato Due uomini e mezzo, alla nona stagione, con 20 milioni di spettatori).
Queste cifre avranno fatto sobbalzare i boss della FOX.


In conclusione, come spesso capita di dire per le nuove produzioni, la serie è in bilico tra il capolavoro e la cavolata: spetta a chi inventa e produce l'opera, di capire che non serve poi molto prendere qua e la da film o serie di successo per creare un qualcosa che possa con certezza piacere al pubblico.
Tanto vale allora spedere molto meno e creare qualcosa di originale.





a presto

domenica 2 ottobre 2011

Le Recensioni Numeriche: Limit 2


Ciao a tutti,
con molta felicità vi parlo del secondo volume di Limit, di Keiko Suenobu, edito in Italia per Planet Manga.


Il gruppo di ragazze, dopo le prime pagine ricche di tensione, riesce a trovare un certo equilibrio, anche grazie all'aiuto di Kamiya, che con la sua grande capacità di adattamento, sprona le altre a non arrendersi e a cercare di fare di tutto per sopravvivere, piuttosto che sprecare tempo e energie in inutili discussioni.
Questo momento non durerà molto, perché se Konno e Haru tornano a essere amiche, Usui, prenda della paura e del dolore, perde la sua razionalità e decide di scappare.
La conseguenza è che nel gruppo riemergono i dubbi e le incertezze verso le proprie compagne, in una situazione sempre più mutevole e mai certa.
In tutto questo, nella nebbia, si cela un'ombra che si aggira intorno al campo delle sopravvissute della sezione 4.


Questo secondo volume di Limit è qualitativamente superiore, perché se nel primo è forte la componente emotiva data dalla tensione, forse anche troppo estremizzata per certi versi, in questo secondo volume sarà forse più intensa e reale.
Proprio come nella vita reale, basta pochissimo per mutare le proprie opinioni su chi ci circonda: infatti la vicenda di Usui, porterà Konno a cambiare diamentralmente opinione nei confronti di Kamiya, che per tutto il volume era diventata un punto di riferimento per la giovane studentessa.
L'autrice in questa maniera riesce non solo a rendere molto reali i propri personaggi, ma anche a trasmetterci la forte imprevidibilità della storia: basta pochissimo per mutare ogni rapporto, anche quello più consolidato.
Le parole di Kamiya sono lo specchio di questa situazione "Non sono in grado di immaginare le mie reazioni in una situazione ipotetica".


Molto interessante l'approfondimento fatto dall'utrice prima su Kamiya e poi su Usui, aiutando il lettore non solo a capire meglio i personaggi, ma anche le loro reazioni: se la prima, forte dell'esperienza con il nonno e di un carattere da leader, cerca di pensare solo a salvarsi, la seconda, vissuta sempre nella tranquillità e lasciando decidere gli altri, si ritrova sola senza un vero punto di riferimento e proprio questo la costringerà a preferire la solitudine, piuttosto che vivere col dubbio di chi la circonda.
Si mantiene molto intrigante la componente misteriosa del manga, con la scena finale che apre non solo a nuovi risvolti, ma anche, come sottolineato prima, a quell'imprevidibilità tipica della storia.
Come detto nella prima recensione, questo manga è uno Shojo e si mantiene tale con la narrazione dei rapporti tra le sopravvissute: partendo da situazioni all'estremo, la Suenobu, attraverso i pensieri di Konno, sviluppa tutti gli aspetti dell'amicizia, con tutti i suoi pregiudizi e false consapevolezze.
La scenario in cui si trovano le ragazze è l'ideale per poterci raccontare queste situazioni: tutti i filtri che si hanno nella vita di tutti i giorni, nei confronti di amici e conoscenti, vengono abbandonati per far posto ai veri sentimenti delle protagoniste.
Non è detto che siano per forza di carattere negativo: guardando una situazione o una persona da un'altra prospettiva, si possono scopreire realtà prima invisibili. 


Giusto per non parlare delle cose positive, strano come l'impiegato della ditta delle corriere non abbia visto il luogo dell'incidente; ma sono pignolerie.
In ogni caso, volume molto bello, come detto, forse migliore del primo: avventura, sentimento, tensione e tanta carne al fuoco.
Ottimo manga.

a presto